Perché ci piace così tanto il gioco d’azzardo

Ultimo aggiornamento: 01.12.24

 

Da sempre gli uomini sono attratti dal gioco d’azzardo, le cui prime testimonianze risalgono addirittura a prima della nascita di Cristo. Ma che cosa rende così intrigante, divertente e adrenalinico questo passatempo? Scopriamolo insieme.

La passione per il gioco ha radici molto antiche, al punto che sono tantissimi i reperti millenari che sono stati rinvenuti dagli archeologi, a cominciare da un dado che si stima risalga al 3000 a.C. Senza voler andare troppo indietro nel tempo è sufficiente ricordare come il primo casinò della storia sia quello di Venezia e sia datato 1630, il che testimonia ulteriormente come il legame tra uomini e gioco sia antico e indissolubile. 

L’amore per le scommesse e l’azzardo non è andato certo spegnendosi con il passare dei secoli e – anzi – da varie analisi di mercato emerge come un italiano su quattro ami giocare al casinò o su siti specializzati come quello di Casino777 che offre roulette, slot machine e blackjack di tutti i tipi. 

 

Endorfine per il cervello

Ma come mai siamo tutti attratti dal brivido del gioco, sia che si tratti di una puntata alla roulette, di una scommessa su una partita di calcio o dell’acquisto di un gratta e vinci? La risposta sta nel nostro cervello e in modo particolare nel sistema limbico che viene “attivato” nel momento in cui giochiamo, puntando dei soldi. La scarica di adrenalina che ne consegue è gratificante – indipendentemente dal fatto che si vinca o si perda – e lo è ancora di più in caso di vittoria, perché si innesta una sorta di appagamento delle strutture neurali, dove si trovano una serie di ricettori. 

Questi si attivano anche se abbiamo fame o uno stimolo sessuale e ci trasmettono quella piacevole sensazione (legata al rilascio di dopamina) quando riusciamo a soddisfare quel desiderio, per esempio mangiando, assumendo un integratore di ginseng o avendo un rapporto intimo. L’esperienza di gioco si può dunque equiparare alla soddisfazione di nutrirsi o di fare sesso; certo si tratta di situazioni profondamente differenti tra loro ma che, allo stesso modo, vanno a stimolare una parte del nostro cervello. 

La cosa interessante è che questo rilascio di dopamina non è legato esclusivamente al momento in cui si azzecca una giocata alla roulette o si sfodera un full a poker bensì è conseguenza del gioco in sé, anche qualora si perda. È dunque l’atto stesso del gioco d’azzardo a provocare stimoli neurali e piacere. 

 

Giochi diversi per persone diverse

Sono stati fatti numerosi studi per cercare di capire le ragioni che spingono le persone a giocare. E questo ha portato anche alla definizione di una serie di categorie differenti, perché non tutti siamo attratti e stimolati dagli stessi giochi d’azzardo. Dalle analisi emerge, per esempio, come sesso ed età influenzino decisamente la scelta della tipologia di gioco. Le persone meno giovani, per esempio, prediligono il bingo, i gratta e vinci o le slot machine, perché meno complicate e perché forniscono un risultato praticamente istantaneo. Le generazioni più giovani, invece, tendono ad apprezzare giochi più complicati e con un coefficiente di difficoltà maggiore come il poker o le scommesse sportive, così da mettere in mostra la propria abilità.  

Questo aspetto mette in evidenza un altro passaggio che ci permette di capire perché il gioco d’azzardo susciti tutto questo fascino sulle persone, ovvero il desiderio di mettersi in mostra. I giocatori, infatti, traggono particolare piacere dal fare vedere agli altri quanto sono stati abili nell’azzeccare una puntata, piacere che si equipara a quello della vittoria stessa. Del resto, quante volte, dopo aver indovinato un pronostico di una partita o aver vinto una mano particolarmente avvincente a poker, siete andati a raccontarlo agli amici o ai parenti? E quante volte avete ascoltato identici racconti da altri? Il riconoscimento della propria abilità, ai nostri occhi come a quelli degli altri, è talmente gratificante da spingerci a giocare ancora per poter nuovamente provare quella sensazione. 

La fortuna? Determinante

Nonostante quanto abbiamo detto sul riconoscimento dell’abilità del giocatore, è bene ricordare che l’elemento cardine del gioco d’azzardo è soprattutto la fortuna. Ecco perché vogliamo sfatare qualche “falso mito”, per esempio che in qualche modo sia possibile influenzare l’esito di una giocata alla roulette o alla slot machine attraverso qualche comportamento, rito scaramantico o convinzione che l’esito di una giocata precedente possa influenzare quella successiva (per esempio non è affatto più probabile che un numero ritardatario del Lotto abbia più possibilità di venire estratto o che dopo cinque numeri pari sulla roulette sia più probabile che esca un dispari). 

Anche in questo caso, dunque, è il nostro cervello che entra in gioco (è proprio il caso di dirlo…). D’altra parte la ricerca della gratificazione personale – che passa anche attraverso l’estasi di una vittoria, grande o piccola che sia – è uno dei punti cardini della natura umana. Ed è la molla che ci avvicina al gioco d’azzardo, perfino al di là del desiderio – che comunque c’è – di guadagnare dei soldi o dei premi. E questo stimolo accompagna l’uomo dalla notte dei tempi e continuerà ad accompagnarlo mentre cerca di azzeccare un numero sulla roulette, un sistema di partite o il numero jolly del Superenalotto…

 

 

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