A cosa serve il tocoferolo? E in quanti modi è possibile usufruire delle sue proprietà? In questo articolo vi mostreremo tutti i suoi benefici per l’organismo.
La vitamina E è una delle sostanze ritenute essenziali per il corretto funzionamento del nostro organismo, dalle proprietà uniche e in grado di apportare benefici anche alla pelle, ai capelli e persino alla vista. In questo articolo proveremo a spiegarvi come è fatta, a cosa serve e in che modo si può assumere e utilizzare localmente.
A cosa serve la vitamina E?
Si tratta di una sostanza liposolubile, ovvero all’apparenza oleosa, presente in molti cibi come semi, frutta e verdura. In realtà non ne esiste una sola tipologia, poiché fa parte di un gruppo di otto molecole divise a loro volta in due sottocategorie: i tocotrienoli e i tocoferoli, in cui rientra l’alfa-tocoferolo, il composto più importante e biodisponibile.
La sua presenza fu ipotizzata per la prima volta nel 1922 dal medico Herbert Evans durante uno studio sulla fertilità condotto sui ratti. Ciò che scoprì fu il suo ruolo per il corretto sviluppo del feto e per la fecondità delle femmine di roditore. Fu però isolata e classificata soltanto nel 1936: prelevata inizialmente solo dall’olio di germe di grano e successivamente da altri alimenti oleosi.
Oltre ad avere un ruolo importante sulla fertilità è ampiamente conosciuta per il suo potere antiossidante, in grado di ripristinare le cellule dell’epidermide, prevenire l’invecchiamento cutaneo, curare le ferite e dare alla pelle un aspetto più tonico e sano.
Ma la vitamina E e i benefici non finiscono qui: è un valido aiuto nella cura del diabete, poiché può abbassare i livelli di glucosio nel sangue, diminuendo di conseguenza anche il colesterolo cattivo e i trigliceridi. Inoltre, è spesso adoperata per curare alcune malattie della vista, come per esempio la maculopatia degenerativa, la cataratta, e altre patologie che possono colpire la struttura della retina dell’occhio e causare cecità.
Rappresenta una delle vitamine per capelli più utilizzate insieme a quelle del gruppo B per prevenire la caduta, poiché in grado di idratare il cuoio capelluto e nutrire in profondità a partire dalle radici, donando alla chioma un aspetto più sano e rinfoltito. Tuttavia, alcune di queste proprietà non sono ancora state confermate dalla comunità scientifica: si tratta pur sempre di una sostanza tuttora da studiare e di cui si hanno ancora poche notizie a riguardo.
Vitamina E: quali alimenti?
L’alfa-tocoferolo non è presente naturalmente nel nostro organismo, ma si deve introdurre necessariamente tramite la dieta. Trattandosi di un composto liposolubile si trova inevitabilmente all’interno dei cibi oleosi, come per esempio l’olio di germe di grano, da cui è stato estratto per la prima volta, ma anche altri tipi di fluidi vegetali come quello d’oliva, di canapa, di jojoba oppure quello di mandorle.
Un’alta percentuale è dunque reperibile in tutti gli alimenti che contengono acidi grassi: il pesce, il fegato di bovino e altri mammiferi, i semi di lino, di sesamo, di girasole, di zucca e persino la frutta secca, come i pistacchi, le arachidi e i pinoli.
Anche la frutta e la verdura ne hanno una buona dose, come per esempio i broccoli, gli spinaci, i pomodori, gli asparagi, i peperoni, ma anche i kiwi e il mango, tuttavia, la molecola tende a deteriorarsi molto durante la cottura o con l’esposizione al sole.
Per questo motivo, in caso di carenza è preferibile assumerla diversamente, oppure sottoponendosi a una cura a base di integratori di vitamina E, per i quali però è preferibile dapprima consultare il proprio medico per valutare l’effettiva necessità della terapia.
Quanta vitamina E pura necessita il corpo?
Seguendo una dieta varia, equilibrata e ricca di alimenti contenenti acidi grassi insaturi, è generalmente difficile non solo avere una carenza di tale sostanza, ma anche definire la dose precisa che l’organismo richiede.
Sono infatti molto rari i casi di avitaminosi di tocoferolo: generalmente limitati ai bambini nati prematuri e in presenza di malattie infiammatorie intestinali che causano malassorbimento nutritivo. La razione giornaliera scelta dal Ministero della Salute in Italia prevede l’assunzione di un minimo di 3 mg per le donne e 4 mg per gli uomini.
Anche i sintomi da tossicità dovuti a un sovradosaggio di tocoferolo sono poco frequenti, tuttavia possono includere dolori addominali, diarrea, nausea, alterazione della pelle e diminuzione del numero di piastrine.
Come usare la vitamina E sulla pelle
Le ottime proprietà del tocoferolo non sono apprezzabili soltanto all’interno del corpo, ma anche all’esterno: sono noti infatti i suoi benefici nei confronti dell’epidermide, poiché è in grado di donare vitalità, elasticità e diminuire i segni del tempo, come le rughe d’espressione.
In commercio è possibile reperire numerosi prodotti cosmetici contenenti vitamina E, che generalmente si trova tra gli ingredienti anche come conservante, tuttavia, il modo migliore per sfruttarla è utilizzando l’olio di germe di grano o di mandorle.
In alternativa, molte persone acquistano supplementi alimentare di vitamina E in capsule gel e le applicano localmente: il processo è molto semplice, basta bucare con un paio di forbici o con uno spillo la parte più esterna della pillola, schiacciare ed estrarre il tocoferolo puro.
Si possono spalmare direttamente sulla pelle del viso per prevenire l’invecchiamento cutaneo o come struccante naturale: pulisce a fondo, elimina le cellule morte, non contiene sostanze chimiche e non provoca la comparsa di comedoni e punti neri, lasciando l’epidermide morbida e nutrita. Viene spesso utilizzata per prevenire le smagliature prima del parto, effettuando dei massaggi circolari sulla pancia e nella zona perianale.
Si tratta infine di una delle vitamine per la caduta dei capelli più apprezzate di sempre: sia l’olio, sia le capsule in gel, si possono applicare sul cuoio a partire dalle radici, per stimolare i bulbi piliferi e ripristinare la ricrescita.
Sono molte le donne mediorientali che utilizzano il tocoferolo per donare più lucentezza alle chiome e per sanare le doppie punte, realizzando degli impacchi idratanti da spalmare sulle lunghezze e lasciandoli agire anche tutta la notte.
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