Tutte le proprietà e i benefici dell’ippocastano in erboristeria

Ultimo aggiornamento: 20.04.24

 

Nonostante i frutti non siano commestibili, le foglie e i semi sono adoperati nella medicina omeopatica contro numerosi rimedi. Scopriamo insieme quali.

 

Aesculus hippocastanum, è questo il nome scientifico dell’albero dell’ippocastano, presente su tutto il territorio europeo e adoperato principalmente come pianta ornamentale. Nonostante possa somigliare quasi del tutto a un castagno, in realtà si distingue completamente da quest’ultimo a causa dei suoi frutti, il cui guscio è decisamente differente. Infatti, il riccio è di colore verde e non presenta i tipici aculei duri e appuntiti, ma è dotato di una corteccia con poche e piccole punte che non arrecano alcun dolore al tatto.

Il seme interno è conosciuto anche come castagna matta, un nome che cela un avvertimento preoccupante: non solo ha un sapore poco piacevole, a causa dell’elevata percentuale di saponine, ma non è commestibile dall’uomo, poiché l’ingestione può causare intossicazioni anche gravi. Per questo motivo, è importante imparare a riconoscere i suoi frutti da quelli del castagno, poiché molto spesso si tende a confonderli.

Tuttavia, l’ippocastano viene comunque adoperato in fitoterapia e nella medicina omeopatica grazie alla presenza dell’esculina e dell’escina, con proprietà antinfiammatorie e vasocostrittrici.

 

Quali sono i benefici?

Seppur non commestibili, i frutti del castagno d’India sono utilizzati per far fronte a differenti patologie relative all’apparato cardiovascolare. Assumere un integratore o bere delle tisane contenenti ippocastano in foglie può essere un valido aiuto contro le emorroidi per esempio, poiché riesce a riportare alla normalità il flusso sanguigno.

L’esculina è un glucoside, ovvero una particolare molecola che si estrae dalla corteccia dell’albero. Svolge un’attività antinfiammatoria, in grado inoltre di rafforzare il microcircolo, migliorando anche l’assorbimento delle sostanze nutritive attraverso le vene.

L’escina è invece un composto contenente varie sostanze utili all’organismo, come le saponine, i tannini e i flavonoidi, e viene ricavata da tutte le parti dell’albero, come la corteccia, le foglie e i semi.

In fitoterapia e nella medicina omeopatica si utilizza l’aesculus hippocastanum per le emorroidi: grazie alla presenza dei principi attivi sopracitati, si rivela un valido rimedio contro i rigonfiamenti e le infiammazioni del sistema sanguigno. Si può adoperare anche contro le vene varicose, se assunto sotto forma di integratore alimentare, oppure applicato localmente sulle zone interessate.

 

Dove si compra

I prodotti fitoterapici si acquistano all’interno delle farmacie specializzate oppure nelle erboristerie, dove potrete reperire l’ippocastano in gocce, oppure in capsule: preparazioni contenenti una percentuale di escina tale da poter essere sopportata senza problemi dall’organismo.

In alternativa, è possibile trovare articoli simili anche sui siti online, dove è possibile scegliere tra un’ampia varietà di integratori alimentari, tisane, unguenti e gel, da spalmare direttamente sulle zone che interessano il rigonfiamento. Tali medicamenti sono generalmente a base di esculina: si tratta di una sostanza estratta dall’ippocastano, precisamente dalla corteccia, ed è generalmente aggiunto ai prodotti cosmetici o quelli da applicazione locale.

Possiede delle proprietà tonificanti e antiossidanti, in grado di donare una maggiore elasticità alla pelle e ripristinare il corretto funzionamento del microcircolo. La dose da prendere di un supplemento alimentare che presenta estratto di ippocastano contenente escina, dovrebbe essere stabilito dal proprio medico, poiché un sovradosaggio potrebbe causare problemi intestinali.

Generalmente però, gli esperti consigliano di assumere un massimo di 290 mg di sostanza, dividendo la razione giornaliera in due volte, preferibilmente in concomitanza dei pasti principali. Inoltre, per poter notare i primi effetti benefici, è necessario effettuare una cura di almeno un mese.

Vene varicose: rimedi omeopatici

Quando le gambe risultano pesanti, tappezzate di striature e rigonfiamenti di colore blu o viola, è molto probabile che il problema sia causato da una cattiva circolazione. Le vene varicose, o varici, sono infatti degli accumuli di sangue antiestetici spesso molto dolorosi, e si manifestano in seguito a diversi fattori, talvolta dovuti a una cattiva postura.

Per esempio un lavoro che porta a stare sempre in piedi, oppure un periodo di stitichezza prolungato nel tempo, che non consentono al flusso di tornare agevolmente in alto, verso gli il resto del corpo, per una mera questione di gravità. Le donne ne sono molto più soggette rispetto agli uomini, soprattutto nella fascia d’età che va dai 50 anni in su, tuttavia anche le persone obese possono soffrirne.

Non esiste una cura vera e propria: l’unica terapia possibile è un cambio di dieta, in modo tale che le feci siano compatte ma non tanto da rendere difficoltosa l’evacuazione. Potrebbe dare giovamento anche aumentare l’attività fisica, e utilizzare degli speciali collant a compressione graduata.

Dormire con le gambe leggermente sollevate può migliorare la situazione, inoltre, è fondamentale mangiare più frutta e verdura, e nel caso, assumere prodotti specifici come integratori di centella asiatica oppure di ippocastano, dalle proprietà vasocostrittrici.

Purtroppo però, nelle situazioni più gravi è opportuno ricorrere alla chirurgia semi invasiva, come la scleroterapia, che prevede l’utilizzo di un laser per eliminare i rigonfiamenti, oppure a trattamenti più profondi, come l’esportazione e l’occlusione delle vene compromesse.

 

Controindicazioni

Come abbiamo già spiegato negli altri paragrafi, i frutti dell’ippocastano non sono affatto commestibili, nonostante possano somigliare alle comuni castagne. Infatti, a differenza di quest’ultime, dolci e saporite, la tipologia “matta” è invece molto amara, a causa dell’elevata concentrazione di saponine. Tali sostanze, se ingerite in dosi elevate, possono provocare intossicazione alimentare, dunque è importante evitare assolutamente di raccoglierle da terra e provare a cucinarle.

Allo stesso modo, un integratore contenente escina, ovvero il principio attivo presente nei semi dell’ippocastano, deve essere assunto con estrema cautela, soprattutto nel caso in cui soffriate di una patologia intestinale. I soggetti più sensibili infatti, potrebbero sviluppare spiacevoli effetti indesiderati, come mal di pancia, diarrea e vomito.

Inoltre, anche le persone che soffrono di allergie alla frutta a guscio dovrebbero prestare molta attenzione, poiché le castagne potrebbero causare delle reazioni avverse e persino provocare uno shock anafilattico.

Per quanto riguarda l’assunzione da parte delle donne in stato di gravidanza o allattamento, e dei bambini di età inferiore ai 16 anni, è consigliabile consultare il proprio medico curante affinché possa accertarsi della pericolosità o meno del prodotto.

 

 

 

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