La storia dei casinò: da Venezia a Internet

Ultimo aggiornamento: 25.04.24

 

La massiccia diffusione di Internet e di siti che consentono il gioco d’azzardo e le scommesse ha avvicinato tantissime persone a questo mondo che, prima dell’avvento del web, era confinato in luoghi leggendari, affascinanti e lussuosi: i casinò. Ma qual è la loro storia? Quando è nato il primo casinò al mondo e, attualmente, quali sono i più visitati?

 

Da appassionati di gioco d’azzardo siamo molto contenti di poter accedere in qualunque momento al casinò online di NetBet per qualche puntata alla roulette o a Blackjack ma siamo anche curiosi di saperne di più sulla storia di questi luoghi spesso ammantati da un’aurea favolosa.

Un’invenzione tutta italiana

Il resto del mondo è debitore all’Italia di tantissime invenzioni (tralasciando il fondamentale apporto alla cucina e all’enologia…), tra cui anche quella del primo casinò della storia. Il viaggio a ritroso nel tempo ci porta addirittura al 1638, nella città di Venezia, dove venne inaugurata la prima casa da gioco, precisamente il Ridotto di San Moisè. Con il termine “ridotto” si intende quell’ambiente di un teatro (ai giorni nostri è noto anche come “foyer”) in cui il pubblico sosta prima dell’inizio oppure durante l’intervallo di uno spettacolo. Nel ‘600 in questi luoghi era permesso il gioco d’azzardo, altrimenti non consentito, e quello veneziano fu il primo in assoluto. L’attuale casinò di Venezia, uno dei più celebri, ancora si fregia del titolo di “primo al mondo” sebbene l’attuale sede di Ca’ Vendramin Calergi, che si affaccia sul Canal Grande, sia stata inaugurata solo nel luglio del 1938. 

 

La curiosa situazione dell’Italia

In Italia la legge non prevede che si possa aprire un casinò. Eppure sul nostro territorio ce ne sono tre: il succitato casinò di Venezia, quello di Sanremo e quello di Saint Vincent (fino a qualche anno fa ce n’era un quarto, quello di Campione d’Italia, che però è fallito nel 2018). Come mai lo Stato ha concesso queste tre deroghe? Sostanzialmente si è trattato di una valutazione di natura politico-economica. I tre casinò, infatti, si trovano in zone non distanti dai confini nazionali e i legislatori hanno ritenuto fosse una buona idea concedere le licenze, così da fermare i flussi di giocatori che ogni settimana attraversavano la frontiera per andare nei casinò sloveni (nella città di Nova Gorica, per esempio, ce ne sono una decina, tanto da essere nota tra i frequentatori come “la piccola Las Vegas”), francesi o svizzeri. 

Nel corso del ‘900 sono stati svariati i casinò che hanno visto la luce e che poi sono stati chiusi. Ne erano nati molti in Liguria (ad Alassio, Ventimiglia, Bordighera, Ormea…) – le cui licenze sono poi confluite in quello di Sanremo – a Stresa, Gardone Riviera, Merano (tutti chiusi nel 1946) e a Taormina (il più recente, visto che è rimasto attivo tra il 1963 e il 1965). 

In giro per il mondo

Quando si parla di casinò la mente inevitabilmente corre alla città simbolo del gioco d’azzardo: Las Vegas. Da cittadina poco nota e spesso utilizzata solo come luogo di sosta per i viaggiatori diretti verso la California o il Messico, negli anni ’40 – su iniziativa di Bugsy Siegel, noto gangster di cui è innegabile apprezzare il fiuto imprenditoriale – divenne la meta prediletta dei giocatori, prima americani e poi di tutto il mondo. Nel 1946 Siegel – sfruttando la legalizzazione del gioco d’azzardo dello stato del Nevada, datata marzo 1931 – aprì il Flamingo Hotel, quello che si può considerare il primo casinò di Las Vegas e che diede il là al boom di edifici che attualmente affollano e illuminano la “strip”, una delle strade più celebri al mondo. 

Per gli appassionati giocatori asiatici, per cui raggiungere Las Vegas è decisamente scomodo, la meta preferita è Macao, un’ex colonia portoghese situata in una penisola e appartenente (dal 1999) alla Cina, da qualche anno diventata una vera e propria zona dedicata al gioco d’azzardo, in questo agevolata dal fatto di essere un paradiso fiscale e un porto franco. Qui si trova il Venetian Macao, quello che attualmente è il più grande casinò del mondo, che si estende su una superficie di oltre 50mila metri quadrati e che offre qualcosa come tremila slot machine e quasi novecento tavoli da gioco. Al suo interno dispone di una zona vip – il Paiza Club – pensato per i giocatori con maggiore disponibilità economica. 

Sebbene non sia il più grande, il casinò più famoso di tutti resta probabilmente quello di Montecarlo che, per la sua collocazione e per la sua clientela – spesso appartenente al jet set internazionale – sa ancora distinguersi da tutti gli altri, anche per la scelta di aver mantenuto un certo dress code, che impone di calzare scarpe adeguate (dunque non sportive) e di indossare, nelle sale private, la giacca. 

 

I casinò online

La maggior parte degli appassionati, però, si diverte scegliendo i casinò online. Da questo punto di vista la legge italiana, dopo una fase un po’ confusa, ha delineato i confini all’interno dei quali gli operatori si possono muovere e, tramite l’AAMS (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) ha certificato i bookmaker che possono offrire questo servizio nel nostro Paese mentre tutti gli altri sono stati bloccati. Il nostro consiglio è ovviamente quello di affidarsi a operatori attivi da tempo nel settore, così da non incappare in spiacevoli sorprese. 

 

 

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