Domande frequenti sugli integratori di acido folico

Ultimo aggiornamento: 28.03.24

 

Che cos’è l’acido folico?

L’acido folico è una molecola sintetica, isolata nel 1939 in seguito a un esperimento su alcuni polli anemici. Il corpo umano non è in grado di sintetizzarla da solo, nonostante numerosi studi dimostrano che si tratti di un elemento fondamentale durante tutte le reazioni di riparazione e modifica del DNA.

È conosciuta anche con altri nomi, come per esempio folacina, vitamina M oppure B9, ed è inoltre considerata un profarmaco: un composto che allo stato naturale è inattivo, ma a contatto con gli enzimi presenti nell’organismo subisce delle trasformazioni e diventa una sostanza utile per le cellule.

 

A cosa serve l’acido folico?

Questa molecola viene utilizzata per moltissime patologie, ma principalmente svolge un ruolo fondamentale durante la gravidanza: l’assunzione di folati è necessaria per evitare malformazioni del feto, come per esempio quelle riguardanti il tubo neurale, ovvero il sistema nervoso centrale, oppure quelle a carico della colonna vertebrale.

Tuttavia, viene ampiamente adoperata anche per altri tipi di patologie, come la talassemia, conosciuta anche come anemia mediterranea, grazie alla sua capacità di aumentare la quantità di globuli rossi nel sangue, migliorando così l’ossigenazione.

 

Dove si trova l’acido folico?

Tecnicamente si tratta di una molecola sintetizzata, dunque può trovarsi solo all’interno di integratori. La forma naturale, in cui l’acido folico si trasforma una volta ingerito, è il folato, ed è presente in moltissimi alimenti, tra i quali la frutta e la verdura.

Questa sostanza risulta davvero effimera e può deteriorarsi fino al 70% anche soltanto lasciando per qualche giorno un ortaggio a temperatura ambiente. Inoltre, anche la cottura fa perdere quasi del tutto le sue proprietà, ed è per questo che spesso è possibile acquistare prodotti confezionati con aggiunta di acido folico, molto più resistente agli sbalzi di temperatura.

Un esempio potrebbero essere i cereali, biscotti oppure succhi di frutta: negli Stati Uniti e in Australia, già da più di dieci anni vi è l’obbligo di fortificazione delle farine di grano, di riso e di mais, mentre in Europa è ancora in atto un lungo dibattito sulla questione.

Assumere una corretta dose di folati solo attraverso il cibo è quasi impossibile, soprattutto per quanto riguarda le donne in stato di gravidanza o alla ricerca di un figlio, per le quali è altamente consigliata una dose massiccia della molecola.

A cosa serve l’acido folico in menopausa?

La menopausa è uno dei momenti fondamentali della vita di una donna, e come tale è necessario affrontarlo con il verso giusto, per evitare l’insorgenza di fastidiosi sintomi e carenze. Tra le vitamine e i sali minerali più importanti, troviamo quelle del gruppo B, come per esempio l’acido folico, che ricopre un ruolo fondamentale nella sintesi dell’omocisteina.

Quest’ultimo è classificato tra gli aminoacidi solforati, che a differenza di quelli essenziali non è benefico al corpo umano: è spesso paragonato al colesterolo cattivo, che se presente in dosi massicce potrebbe causare seri problemi al sistema cardiovascolare. Per contrastarlo quindi, è necessario assumere un’alta percentuale di vitamina B12, B9 e B6, tutte incaricate alla metabolizzazione dell’omocisteina.

 

L’acido folico fa ingrassare?

Vogliamo in questa sede sfatare un falso mito, ovvero che l’acido folico faccia ingrassare. Non è così, visto che non contiene né grassi né calorie.

 

 

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