La tiroide svolge un ruolo essenziale per il corretto funzionamento del metabolismo: è molto importante che sia sempre in forma.
La tiroide è una ghiandola presente nella parte anteriore del collo, ed è il centro di produzione degli ormoni che regolano il metabolismo. Purtroppo però, le malattie di tale organo sono molto frequenti: basti pensare che il 20% dell’intera popolazione italiana è colpita da disfunzioni, come per esempio il gozzo, i noduli e le tiroiditi in generale.
Spesso le cause sono predisposizioni genetiche, patologie autoimmuni, trattamenti con farmaci troppo aggressivi oppure una dieta a basso contenuto di iodio, un elemento fondamentale per il corretto funzionamento della tiroide.
Ipotiroidismo e ipertiroidismo
Le sindromi della tiroide più diffuse sono l’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo: il primo è uno stato morboso, ovvero caratterizzato da una produzione di ormoni molto minore rispetto al fabbisogno del corpo. Questa condizione può provocare stanchezza cronica, aumento di peso e metabolismo lento.
Nei bambini può causare un ritardo nella crescita e nello sviluppo degli organi sessuali, negli adulti invece sembra possa scatenare stati di depressione, anemia e alterazione della voce, che può diventare più rauca.
Al contrario, ipertiroidismo è caratterizzato da un’eccessiva produzione di ormoni non utili all’organismo, che provoca un aumento del volume della tiroide, dando spesso origine ad altre patologie come il gozzo.
Il principale sintomo è la perdita di peso, non causata da una dieta dimagrante, ma anche ipersudorazione, tremori, insonnia e malattie a carico del sistema cardiocircolatorio, come per esempio l’ipertensione.
Nonostante non sempre sia possibile prevenire tali problematiche, soprattutto nelle persone aventi una predisposizione genetica, sarebbe opportuno seguire una dieta quanto più possibile varia, composta da alimenti che stimolino il corretto funzionamento della tiroide.
Lo iodio e il selenio
Gli elementi principali che favoriscono la produzione di ormoni tiroidei sono lo iodio e il selenio: due minerali conosciuti per la forte componente antiossidante e la capacità di prevenire le patologie cardiocircolatorie.
Secondo il Ministero della Salute, la razione giornaliera consigliata per uomini e donne adulti corrisponde a 250-200 mcg di iodio e a 55 mcg di selenio. Ovviamente, in caso di malattie particolari, gravidanza e allattamento, tale dose può cambiare, ed è opportuno consultare il proprio medico curante per avere maggiori informazioni.
L’acqua
Non tutti sanno che l’etichetta posta su una bottiglia di acqua è importante tanto quella presente su un alimento: è necessario conoscere il residuo fisso e la lista dei minerali contenuti.
Controllate sempre la percentuale di fluoro e cloro, che deve essere più bassa in caso di disfunzioni della tiroide, cercando inoltre di evitare di bere dal rubinetto, a meno che non abbiate disposto un sistema di filtraggio adeguato.
Il sale iodato
Come abbiamo visto, lo iodio svolge un ruolo essenziale per il corretto funzionamento della tiroide, ed è per questo che è necessario integrarlo attraverso la dieta.
In commercio è possibile acquistare il sale iodato, proveniente dal mare o aggiunto in maniera artificiale durante la produzione, tuttavia, come per quello normale, sarebbe opportuno non abusarne per non sovraccaricare i reni.
Le alghe
Il Fucus vesiculosus, chiamato anche quercia marina, e la spirulina, sono delle particolari tipologie di alghe che contengono un’alta percentuale di iodio. La loro assunzione viene spesso consigliata in caso in ipotiroidismo, poiché sembrano essere capaci di stimolare la produzione di ormoni tiroidei come il TSH.
Recandovi in un’erboristeria, in una parafarmacia, oppure valutando le offerte online, vi sarà possibile reperire i migliori integratori di spirulina o Fucus in polvere o in compresse, anche se è sempre opportuno farsi consigliare dal proprio medico prima dell’acquisto.
Gli spinaci
Questi non hanno un’elevata percentuale di iodio o di selenio, soprattutto una volta cotti, ma la loro assunzione è consigliata a causa dell’alta quantità di ferro di cui sono ricchi. Infatti, chi soffre di ipotiroidismo è spesso anche anemico, e necessita una maggiore integrazione di tale elemento nella propria dieta.
I broccoli
Le crucifere, ma in generale tutti i tipi di verdura, vanno somministrati in grandi quantità in presenza di patologie della tiroide. Attenzione: in caso di ipotiroidismo è sconsigliato mangiarle crude, poiché potrebbero diminuire drasticamente la produzione di ormoni.
Inoltre, cavoli, broccoli, cavolfiori e cavoletti, sono ricchi di vitamine e sali minerali, elementi fondamentali per il nostro benessere.
Il pesce
Il pescato di mare è ricco di iodio e selenio, dunque è preferibile rispetto a quello di fiume o di lago, soprattutto se di acqua dolce. Meglio se azzurro, come per esempio il merluzzo o lo sgombro, oppure più grasso, come il salmone, poiché ricco di Omega-3 e Omega-6, degli elementi benefici per l’organismo.
I crostacei
Le aragoste, gli astici, i granchi, gli scampi e i gamberi, appartengono a un genere animale acquatico di cui si fa largo consumo in tutto il mondo. Questo avviene non solo per il particolare sapore, ma anche per le loro proprietà afrodisiache e benefiche per il corpo.
Infatti, sembra contengano pochissime calorie, ma che allo stesso tempo siano ricchi di sali minerali e aminoacidi essenziali, tra cui lo iodio, elemento fondamentale per la produzione di ormoni tiroidei.
Attenzione però a non esagerare, poiché hanno un effetto lassativo, inoltre sarebbe opportuno valutare la presenza di allergie ai crostacei prima di assaggiarli.
La carne
Quella di manzo contiene tirosina, un aminoacido che aumenta la produzione di ormoni tiroidei, inoltre, è ricca di selenio, iodio e ferro, dunque particolarmente indicata in caso di ipotiroidismo.
Frutta secca
Spesso consigliata nelle diete iperproteiche per il basso contenuto di carboidrati e l’alto apporto lipidico, la frutta a guscio come le noci, i pistacchi, le arachidi e gli anacardi, sono ricche di Omega-3 e iodio, sostanze utili al corretto funzionamento della tiroide e di altri organi.
Le uova
Fino a un decennio fa, si pensava che il consumo di uova potesse aumentare il colesterolo cattivo nel sangue. In realtà, recenti studi hanno smentito questa notizia, in quanto solo il tuorlo crudo ne contiene una percentuale più elevata, che diminuisce drasticamente durante la cottura.
Si tratta di un alimento piuttosto completo: ricco di proteine, aminoacidi essenziali e sali minerali come lo iodio. Per questo motivo gli esperti consigliano di integrare l’assunzione di due o tre uova a settimana nella propria dieta.
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