Bere il tè fa bene ma quanto se ne può consumare al giorno e quali effetti collaterali ne comporta l’abuso? Vediamo insieme quanto berne in sicurezza
Le proprietà del tè sono davvero tante: non solo quelle antiossidanti ma anche stimolanti, grazie alle catechine e alla L-teanina, per cui molte varianti sono considerate importanti anche per la prevenzione di malattie, per migliorare il metabolismo e il ragionamento.
Tuttavia gli effetti della teina possono anche causare degli scompensi: vediamo in che caso e quanto tè è consigliabile consumare per non correre rischi.
Bere troppo tè fa male?
Bere il tè è sicuramente un gesto che può portare tanti benefici alla salute, per cui spesso è il momento preferito da chi vuole gustare un aroma particolare. Ma è consigliabile non esagerare, anche se il sapore può inebriarci, visto che ci sono alcune tipologie di tè che potrebbero creare problemi a chi ha qualche patologia pregressa.
Spesso infatti si demonizzano tipologie come quella nera a vantaggio di quello verde, perché si pensa che questo possa essere consumato senza conseguenze anche in grandi quantità. Invece anche questo, se assunto in eccesso, non dà tanti benefici.
In Oriente a partire dall’antichità è stata la bevanda più gettonata proprio per i suoi grandi benefici, tanto da essere ancora oggi protagonista delle cerimonie che fanno bene alla testa e al corpo. I vantaggi del tè, infatti, sono proprio quelli di favorire le funzioni cerebrali, di combattere i radicali liberi, di aiutare il metabolismo e di prevenire le infezioni.
Tutto ciò accade se il consumo è equilibrato, infatti è sempre opportuno ricordare che anche il tè verde contiene teina, quindi può generare dipendenza. Inoltre la quantità di caffeina nei tè li rendono uno stimolante, soprattutto quelli in cui la teina ha livelli elevati. In questi casi infatti si può andare incontro a emicranie, insonnia e nervosismo.
Ci sono alcune tipologie di tè molto concentrate, che includono non solo i verdi, ma anche i bianchi, i neri e il tè matcha: a differenza di ciò che si crede, solitamente alcune tipologie di tè verde in teina superano quelli neri, per cui attenzione a non esagerare con le tazze!
Quali sono i danni causati all’organismo?
I tè, ma anche i caffè, se consumati in quantità esagerate, possono causare danni allo stomaco, data la presenza di teina e caffeina che possono causare nausea o anche mal di stomaco, perché comportano l’aumento degli acidi coinvolti nel processo digestivo.
Se siete fan del tè verde, sappiate che questa miscela si rivela un prezioso antiossidante, quindi è indicato per contrastare le malattie cardiovascolari. Tuttavia è bene tenere anche in considerazione la quantità di caffeina nel tè verde, che comporta un aumento della pressione sanguigna e quindi può causare anche tachicardia.
Se soffrite di ansia o tremori, può comportare un peggioramento del sistema nervoso e un innalzamento dello stress. Quindi è opportuno consumarlo quando non si hanno patologie pregresse di questa entità.
C’è poi da considerare anche l’assorbimento del ferro, che viene inibito proprio dal tè, che è ricco di tannini. Questi vanno a legarsi proprio al ferro e ne impediscono una buona assimilazione. Per diminuire la quantità di questi nel tè, è opportuno non prolungarne l’infusione per oltre cinque minuti o assumerlo dopo i pasti.
Quando si aspetta un bambino, è preferibile evitare di consumare proprio il tè verde che, per le quantità di caffeina e teina contenute, può interferire con l’assorbimento dell’acido folico, che è fondamentale per lo sviluppo del feto e per prevenire problemi come la spina bifida.
Se state seguendo un protocollo farmacologico, perché avete patologie importanti, è sempre preferibile consultare il medico prima di darsi a un utilizzo smodato del tè.
Quanto tè posso bere al giorno?
Per capire esattamente quanto tè si possa bere, dobbiamo fare riferimento a ciò che dice il Ministero della Salute: per un adulto ci si può attenere a dosi di caffeina pari a 200 mg, quindi di 3 mg per ogni kg di peso, a eccezione della sera.
La quantità di caffeina in un caffè, infatti, può essere inferiore a quella nel tè, che non contiene solo teina. Per ridurre questi elementi che comportano grande eccitazione, è bene bere un tè di seconda infusione, in quanto nella prima le foglie rilasciano gran parte della teina.
Se è preferibile evitarlo la sera, quando deve essere o può essere bevuto con tranquillità? Meglio al mattino o nel primo pomeriggio o ancora insieme ai pasti o successivamente, ma molto dipende anche dalla tipologia assunta.
E il tè freddo?
D’estate accade di consumare una maggiore quantità di tè, perché spesso lo si unisce al ghiaccio o lo si mette in frigo. In questo caso è bene prestare molta attenzione, in quanto è anche molto ricco di ossalati, ovvero cristalli che si legano ai minerali e che formano dei sali.
Se si accumulano nelle vie urinarie causano i calcoli: per questo motivo, è opportuno non superare i 500 mg al giorno, se non si vuole correre questo rischio.
E il tè in bustina?
Dopo aver chiarito che non dobbiamo solo chiederci quanta teina ci sia nel tè o quanta caffeina in un caffè ma anche che quantità se ne possa consumare, la domanda sulla tipologia di infusione da scegliere sorge spontanea: meglio quello in foglia o in bustina?
La prima soluzione è quella da preferire, in quanto nelle bustine solitamente ci sono ingredienti di qualità bassa, cioè avanzi di polvere e foglie rotte. Ma questa tipologia fa male? Secondo uno studio dell’American Chemical Society, quelle in nylon e polietilene tereftalato rilasciano tantissime microplastiche all’interno dell’infuso.
Inoltre pare che anche il fluoro, contenuto in queste soluzioni, possa danneggiare il corpo, intervenendo sul sistema nervoso, sul dolore cronico e indebolendo le ossa. Le aziende non sono tenute a segnalare la sua presenza, per cui il rischio da correre è abbastanza alto.
Meglio allora quello venduto sfuso, che ha un grande potere drenante e che apporta tanti benefici, se assunto nella maniera giusta!
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