Proprietà e utilizzi dei semi di canapa

Ultimo aggiornamento: 29.03.24

 

In questo approfondimento passeremo al vaglio le proprietà dei semi di canapa e scopriremo perché rappresentano un’integrazione preziosa per una dieta equilibrata, analizzandone non solo i possibili benefici ma anche i potenziali effetti indesiderati.

Proprietà e valori nutrizionali dei semi di canapa

Quando si tratta di salute la natura ci dà sempre le risposte che cerchiamo, alcune delle quali si rivelano davvero sorprendenti. Come nel caso della canapa, una delle più antiche colture della civiltà umana e utilizzata fin dalla notte dei tempi sia a scopo ricreativo sia per le innumerevoli proprietà benefiche.

In realtà, più che la pianta in sé, sono i suoi semi a godere di una fama universale, tanto è vero che negli ultimi anni il loro impiego in cucina, nella medicina naturale e in campo cosmetico sta letteralmente spopolando.

Ma non è solo una questione di mode: il loro ricco profilo nutrizionale è ormai riconosciuto anche dalla scienza, rappresentando un ottimo alleato per rendere più sana ed equilibrata la propria alimentazione perché capaci di apportare numerosi benefici all’organismo.

Oltre a contenere tutti e nove gli aminoacidi essenziali, sono ricchi di proteine che contribuiscono a rafforzare il sistema immunitario, favorendo l’eliminazione delle tossine dal corpo e prevenendo l’insorgenza di numerose malattie.

Un’altra importante caratteristica nutrizionale di questo alimento è il buon profilo vitaminico dovuto all’elevato contenuto di vitamine B1, B2, B6, D ed E, che oltre a svolgere un’efficace azione antiossidante, hanno proprietà antinfiammatorie utili per preservare l’apparato articolare, muscolare e tegumentario dall’ossidazione radicalica.

Anche la quota di acidi grassi polinsaturi è a dir poco notevole: grazie alla ricca presenza di Omega 3 e 6, i semi e l’olio di canapa vengono spesso consigliati nella strutturazione delle diete contro l’ipercolesterolemia, l’ipertensione, l’ipertrigliceridemia e l’infiammazione sistemica responsabile dell’aterosclerosi.

Similmente alla maggior parte dei semi oleaginosi, anche quelli di canapa apportano all’organismo una buona quantità di fibre solubili per promuovere la corretta funzionalità intestinale, regolare l’assorbimento di grassi e zuccheri (con ripercussioni positive sulla glicemia) e favorire una più rapida espulsione dei liquidi in eccesso e dei prodotti di scarto metabolico attraverso la diuresi.

 

Conservazione dei semi di canapa

Oltre al consumo di semi interi, anche l’olio di canapa (da utilizzare a crudo come condimento) contribuisce ad aumentare l’apporto giornaliero di aminoacidi, lipidi “essenziali”, vitamine e fibre.

Tuttavia, dal momento che l’olio tende a irrancidire rapidamente, si raccomanda di conservarlo in un luogo fresco, lontano da fonti di calore e dalla luce diretta, e di consumarlo entro pochi mesi dall’apertura della bottiglia.

I semi, invece, sono più facili da conservare perché la maggior parte delle aziende produttrici utilizza confezioni con apertura “salvafreschezza” che riducono il contatto con l’aria e preservano il contenuto dal rapido deperimento.

Inoltre, dal punto di vista nutrizionale, l’ideale sarebbe consumare sia l’olio sia i semi solo a crudo per beneficiare di tutte le proprietà nutrizionali che verrebbero alterate con la cottura.

Possibili controindicazioni

Per quanto i semi di canapa aiutino a migliorare la salute e il benessere generale del nostro organismo, un loro consumo eccessivo potrebbe comportare l’insorgenza di alcuni effetti collaterali, soprattutto nel caso in cui si stiano assumendo farmaci anticoagulanti.

Oltre a inibire la funzionalità piastrinica, aumentando il rischio di sanguinamento ed emorragie, un’assunzione massiva dell’alimento può determinare un’assimilazione eccessiva di grassi rispetto al proprio fabbisogno specifico.

La raccomandazione, quindi, è quella di di ridurre il consumo di canapa alimentare a due cucchiai di olio o semi al giorno, all’ordine di 30 g/die per gli adulti e 10 per i bambini.

A ogni modo, è sempre buona norma chiedere un parere medico prima di introdurre l’alimento nel proprio regime dietetico, soprattutto in presenza di quadri clinici particolari.

 

 

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