Il ginseng è una radice dalle mille proprietà benefiche: ma conoscete anche il risvolto negativo? Vediamo insieme come usarla nella maniera più appropriata
Le proprietà del ginseng sono tante e derivano tutte dalle varie componenti che caratterizzano la sua radice: non solo ci sono molte vitamine al suo interno, ma anche i polisaccaridi e le saponine triterpeniche o ginsenosidi.
Per questo motivo il ginseng ha proprietà che si definiscono toniche e anche adattagone, ovvero permette all’organismo di adattarsi facilmente allo stress, rinforzando il sistema immunitario, nervoso ed endocrino.
Si tratta di un tonico ottimo per il cervello, che così può dare il meglio di sé, e per il fisico, che reagisce meglio a tutti gli stimoli positivi o negativi che siano. Diversi studi hanno dimostrato che influenzi anche l’asse ipotalamo/ipofisi, aumentando il rilascio dell’ACTH, ovvero l’ormone che libera il cortisolo.
Questo, detto anche “ormone dello stress”, stimola il sistema immunitario, garantendo una maggiore resistenza dell’organismo al caldo, al freddo, alla stanchezza e così via. La pianta del ginseng ha anche proprietà ipoglicemizzanti, ovvero riduce la concentrazione di glucosio nel sangue, molto importante se si soffre di diabete mellito.
I ginsenosidi favoriscono la sintesi pancreatica dell’insulina e favoriscono il trasporto del glucosio nel fegato, mentre i polisaccaridi o panaxani (ecco perché lo si definisce anche panax ginseng) aumentano l’impiego del glucosio nei vari tessuti.
Tra le sue proprietà spicca anche quella stimolante, visto che migliora i riflessi, la risposta dei nervi, riducendo così l’affaticamento fisico e mentale. Ecco perché solitamente chi studia e ha bisogno di una spinta in più, assume un integratore di ginseng per dare il massimo sotto esame.
Valido anche come afrodisiaco, è da preferire, con questo scopo, nella variante rossa, ovvero quando la radice viene trattata con il vapore e poi fatta essiccare.
Come assumerlo?
Per ottenere solo benefici e non effetti collaterali, è preferibile assumerlo al mattino e mai oltre le 16, se non si vuole incorrere in problemi di insonnia. Solitamente il consumo dovrebbe essere:
♦ estratto molle massimo 40 mg/die
♦ tintura madre max 30 gocce una o due volte/die
♦ compresse max due al giorno
Ma cosa dire delle bevande al ginseng? Si tratta di certo di una soluzione che piace molto non solo a casa ma anche al bar: stiamo parlando del caffè di ginseng, uno dei compagni preferiti per i propri momenti di pausa, dall’effetto rinvigorente e tonificante.
Ma quali sono le sue caratteristiche, rispetto al classico caffè? Lo si può consumare tranquillamente o fa ingrassare? Si tratta di una bevanda che si prepara con una miscela di radice secca o aroma di ginseng e caffè, ma non ha le stesse caratteristiche del classico espresso.
La quantità di caffeina nel ginseng, infatti, è molto minore rispetto al tradizionale, tuttavia a volte questa miscela può essere arricchita con sostanze poco salutari, che la rendono però più gustosa. Possono infatti esserci grassi, zuccheri o emulsionanti.
Per questo motivo è opportuno leggere bene l’etichetta quando lo si acquista per il consumo a casa. Per quanto riguarda poi le calorie del ginseng, purtroppo sono più di quelle del classico caffè: una tazzina infatti può averne anche 80, mentre l’espresso ne ha sì e no 10.
Meglio quindi prenderne massimo due tazzine al giorno e senza zucchero.
Controindicazioni
Ma quali sono gli effetti collaterali del ginseng coreano? Se soffrite di ipertensione, meglio evitarlo, come anche se avete spesso la tachicardia, l’insonnia, tremori, mal di testa, in gravidanza e allattamento.
Sono anche ben conosciute le interazioni con diversi farmaci, come gli anticoagulanti o la fenelzina, che costituisce alcuni psicofarmaci, l’insulina e i farmaci ipoglicemizzanti. Inoltre è opportuno non assumerlo tutti i giorni e per un periodo di tempo prolungato, in quanto può causare, anche in chi è sano, insonnia, mal di testa e disturbi vari, dalla gastrite alla tachicardia.
Se ne sconsiglia inoltre l’uso quando si assume cortisone o si sta seguendo una terapia con farmaci antiaggreganti.
Caratteristiche e habitat
Sappiamo cos’è il ginseng per le sue proprietà, ma sapremmo riconoscerlo? Si tratta di una pianta che è alta dai 30 agli 80 cm, con un fusto glabro, foglie palmate, sottili e dentellate, lunghe massimo 20 cm e larghe 5 cm.
I fiori hanno un colore che varia tra il verde e il giallo, mentre il frutto è grande quanto un pisello, viola, lucido, liscio e con due semi. Nato in Asia orientale e in Nord America, richiede climi freddi per potersi sviluppare: quello maggiormente impiegato è il Panax, una specie che deriva dal Vietnam.
Perché questa variante si chiama così? In greco la parola “panax” è un insieme dei termini tutto e cura, per cui il significato è proprio quello di “pianta che cura ogni male”. Secondo invece la lingua cinese, il termine ginseng ha il significato di “pianta dell’uomo”, perché la radice assume una forma umana.
Tale caratteristica è molto importante, infatti molti agricoltori, che sono anche artigiani del mestiere, cercano di coltivare il ginseng in modo da fargli assumere forme molto simili agli arti e agli organi umani, inclusi gli attributi sessuali: in questo modo riescono a vendere anche ad alte cifre i loro prodotti.
Oltre a questo particolare, più che altro curioso, la pianta è molto importante per la medicina tradizionale cinese, visto che viene considerata un vero e proprio elisir di giovinezza, ricco di virtù preventive, curative ed energetiche. Ecco perché viene usata in questa branca, visto che appare proprio come una panacea, che può dare benefici a chi la assume.
La sua tradizione è molto antica, se pensiamo che risale all’era cristiana, per cui si tratta di una pianta con virtù comprovate, che però, come abbiamo accennato prima, deve essere presa con moderazione da chi ha qualche patologia o sta seguendo una cura farmacologica.
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